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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXV - novembre 2023

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Sul Partito Comunista Cinese e la Repubblica Popolare Cinese

Sull’opera del Partito Comunista Cinese in Africa

1. Cenni storici

La Repubblica Popolare Cinese (RPC) e il Partito Comunista Cinese (PCC) hanno prestato interesse alle relazioni con i paesi del continente africano già a partire dai primi anni ‘50 del XX secolo. Il PCC diretto da Mao Zedong, tramite il Dipartimento Internazionale (fondato nel 1951 come sezione del Dipartimento del Fronte Unito del CC) avviò strette relazioni con i movimenti anticoloniali di liberazione nazionale nell’Africa subsahariana (Tanzania, Zimbabwe, Mozambico, Angola, Sudafrica, Namibia). Il PCC combinò formazione ideologica, addestramento militare e finanziamento, sulla scia di quanto aveva fatto l’URSS di Stalin e, con obiettivi diversi e in forme in parte diverse, faceva l’URSS diretta dai revisionisti moderni capeggiati da Kruscev.

Una volta che i vari paesi africani ebbero conquistato l’indipendenza, il governo della RPC passò dal loro riconoscimento diplomatico all’avvio di relazioni culturali, economico-commerciali e finanziarie. Il PCC e il governo cinese si sono serviti di un quadro legale e di una piattaforma politica che include formazione quadri e scambi, iniziative educative e di sostegno per stabilire scuole di partito e rafforzare i legami con i vari partiti africani, senza imporre il proprio sistema di governo e di sviluppo economico ai paesi coinvolti. Spetta interamente a essi scegliere di adottare o meno aspetti del sistema di governo e del modello di sviluppo del partito e dell’economia del PCC e della RPC.

Le relazioni tra PCC-RPC e paesi africani consistevano negli anni ‘50-‘90 e tuttora consistono in iniziative mirate alla formazione dei quadri politico-amministrativi, economici, ecc., all’aiuto nella costruzione e gestione di infrastrutture strategiche come strade, autostrade, ponti, porti, aeroporti, scuole, ospedali, dighe, impianti di produzione energetica (idroelettrico, solare, eolico); estrazione e lavorazione di risorse del sottosuolo (petrolio, gas naturale, oro, diamanti, terre rare); concessione di prestiti da restituire o a fondo perduto per favorire lo sviluppo economico del paese.

Il PCC sostiene la necessità di condividere la sua esperienza nella gestione politico-economica della RPC con i partiti e paesi africani. Tra i temi ricorrenti trattati durante gli incontri tra il PCC e i partiti africani vi sono: criteri, metodi e strumenti aderenti alle condizioni concrete di ciascun paese, da adottare per eliminare la povertà e per il miglioramento complessivo delle condizioni di vita delle masse popolari; promozione di una superiore formazione (politica, accademica, professionale) delle giovani generazioni e delle donne; sostegno nella salvaguardia della sovranità nazionale (investimenti del settore pubblico dell’economia su aziende che forniscono servizi strategici, difesa, intelligenza artificiale applicata alla sicurezza informatica, collaborazione tra forze di polizia, servizi segreti, ecc.); cooperazione medico-sanitaria (l’invio di brigate mediche cinesi e di milioni di dosi gratuite di vaccino, come per esempio durante il picco della pandemia da Covid-19 tra il 2020 e il 2021); costruzione di edifici pubblici (come le accademie di formazione diplomatica di Tunisia e Sierra Leone, inaugurate rispettivamente nel 2022 e 2023); costruzione di legami più solidi tra i rispettivi popoli attraverso gli scambi culturali (installazione di sedi dell’Istituto Confucio nei paesi africani con la collaborazione di ambasciate e consolati cinesi e concessione di borse di studio agli studenti africani per esperienze nei centri di formazione cinesi); espansione della Nuova Via della Seta; illustrazione della costruzione del PCC (struttura, concezione, risultati, linee di sviluppo); storia della Cina, in particolare del XIX e XX secolo, con la messa in rilievo della lotta del PCC nella conduzione della rivoluzione di nuova democrazia e nella costruzione del socialismo.

Anche se il PCC stabilisce relazioni più forti con i partiti che gli sono più vicini ideologicamente (comunisti, socialisti, antimperialisti, popolari), la sua strategia è attualmente quella di impegnarsi anche con i partiti che hanno con il PCC differenze ideologiche e politiche significative. Questa flessibilità riguarda tutto il continente e si manifesta nel rapporto con qualsiasi partito che è eletto per guidare un governo, indipendentemente dall’affinità politica di questo con il PCC. Ciò motiva il Dipartimento Internazionale del PCC a impegnarsi in scambi anche con i partiti di opposizione.

Significativa l’evoluzione numerica delle relazioni intrattenute dal PCC in Africa:

1. nell’agosto 2007, il PCC aveva relazioni di vario genere con oltre 70 partiti di 40 paesi, alcuni dei quali partiti di maggioranza o di minoranza al governo e altri di opposizione (vedi i casi di Ghana e Zambia);

2. nel 2021, tali relazioni riguardavano 110 partiti di 51 paesi africani. Questo è il periodo in cui il PCC lancia il dialogo mondiale con i partiti politici;

3. nel 2023, riguardavano 110 partiti di 53 paesi africani (cioè tutti tranne il regno di Eswatini - ex Swaziland - che riconosce Taiwan) e 35 assemblee parlamentari di 51.

Intenso è lo scambio di delegazioni tra la RPC e i singoli paesi africani.

Il più delle volte, le delegazioni del PCC includono al loro interno anche uomini d’affari; spesso i dirigenti dei partiti africani, durante le loro visite in Cina, hanno chiesto di entrare in contatto con loro e con esponenti dei vari dipartimenti del PCC, soprattutto quello delle organizzazioni sociali e quello della propaganda, per discutere di questioni di carattere sia politico che economico.

La RPC prosegue il rafforzamento delle relazioni anche attraverso il Forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC) - istituito dai paesi africani riuniti nell’organizzazione continentale Unione Africana e dalla Cina nel 2000; esso ha fornito una piattaforma più solida per approfondire i legami tra Cina e Africa in un ampio spettro di settori, da quello politico-istituzionale a quello economico, culturale e militare.

La Nuova Via della Seta assume un ruolo importante nella trattazione di quest’ultimo tema, nella misura in cui le autorità cinesi concepiscono tale progetto infrastrutturale globale come uno strumento innovativo per raggiungere una “comunità umana dal destino condiviso”, alla cui base vi è un bisogno comune ed essenziale dei popoli, che hanno bisogno della pace e della giustizia sociale come condizioni fondamentali per sviluppare qualsiasi forma di progresso civile nel quadro di relazioni internazionali in costante mutamento.


2. La Scuola Mwalimu Julius Nyerere per la formazione di dirigenti

La Scuola Mwalimu Julius Nyerere (Mwalimu Julius Nyerere Leadership School, info@mjnls.ac.tz, www.mjnls.ac.tz), con sede a Pwani in Tanzania, è un esempio significativo delle relazioni del PCC con partiti, movimenti e istituzioni governative africani. Nyerere (1922-1999) fu presidente della repubblica federale della Tanzania dalla sua fondazione nel 1964 (per unione della repubblica del Tanganika, di cui Nyerere era presidente dall’indipendenza nel 1961, con Zanzibar) fino alle sue dimissioni nel 1985 e fu un esponente illustre del panafricanismo socialista. Egli avviò le relazioni con la RPC rappresentata dal primo ministro Zhou Enlai subito dopo l’indipendenza del Tanganika (1961), appena 12 anni dopo la proclamazione della RPC (1° ottobre 1949) con la quale nel 1966 firmò un Patto d’amicizia.

La Scuola di Pwani è una scuola di formazione per quadri di partito e della Pubblica Amministrazione, dirigenti o in formazione. Dirigente attuale della Scuola è Marcelina Chijoriga, esperta di gestione economica, finanziaria e sviluppo dei sistemi di governo, membro del CCM (Chama Cha Mapinduzi, Partito della Rivoluzione della Tanzania) il quale gestisce la struttura scolastica.

La Scuola è stata fondata dagli ex movimenti di liberazione nazionale dell’Africa meridionale divenuti partiti: il Partito della Rivoluzione della Tanzania (CCM), il Congresso Nazionale Africano del Sudafrica (ANC), il Fronte di Liberazione del Mozambico (FRELIMO), il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (MPLA), l’Organizzazione Popolare dell’Africa Sud-occidentale della Namibia (SWAPO) e l’Unione Nazionale Africana dello Zimbabwe-Fronte Patriottico (ZANU-PF). Questi partiti dopo la conquista dell’indipendenza hanno governato i rispettivi paesi ininterrottamente.

La costruzione della Scuola è iniziata nel 2008 ed è terminata nel febbraio 2022. È stata realizzata grazie al sostegno finanziario del PCC (40 milioni di $) dall’azienda statale China Railway Jianchang Engineering Company. Questa è la stessa società che ha collaborato alla costruzione della strategica ferrovia Tanzania-Zambia (TAZARA), avviata nel 1970 e completata nel 1975 per ridurre la dipendenza della Tanzania dalle rotte commerciali meridionali che attraversavano la Rhodesia e il Sudafrica allora segregazionista ed è considerata tuttora un simbolo dell’amicizia Cina-Africa.

Occupa una superficie di 2,46 ettari, si compone di un edificio principale con una sala conferenze avente capacità ricettiva di 200 partecipanti, una sala riunioni più piccola, un’aula per lezioni da remoto, un dormitorio, una mensa, un edificio amministrativo, un campo sportivo, una libreria.

La Scuola accoglie giovani e membri di più vecchia data delle organizzazioni sopra citate, con l’obiettivo di 1. formarli sul piano politico ed economico, 2. alimentare l’unità e la cooperazione tra i paesi rappresentati e 3. costituire una piattaforma di comunicazione più stretta con il PCC, che ricopre un ruolo essenziale nel supporto ideologico e logistico.

La Scuola offre corsi singoli di una o due settimane, che hanno un costo medio per partecipante di 1 milione 500 mila scellini tanzaniani (equivalenti a 700 $) - comprensivo di corso di formazione, pasti e alloggio - sostenuto dal partito e/o governo del paese di provenienza oppure dalle aziende per le quali i partecipanti lavorano. Per essere ammessi, occorre compilare un modulo con una serie di informazioni, tra queste il partito di provenienza tra i 6 partiti fondatori, almeno un mese e mezzo prima dell’inizio del corso.

Ciascun corso si rivolge a specifiche categorie: per esempio, giovani dirigenti del settore pubblico/privato con almeno tre anni di esperienza in gestione aziendale, donne attive nel governo, nel settore pubblico/privato, nelle organizzazioni non governative, nelle organizzazioni di massa (giovanili, femminili, studentesche, ecc.).

Gli insegnanti della Scuola provengono dai paesi fondatori e, all’occorrenza, ricevono il supporto di docenti ed esperti cinesi.

I singoli temi sono trattati durante i corsi

1. dando risalto alla formazione delle giovani generazioni e allo sviluppo del ruolo delle donne nella direzione politica, economica e culturale;

2. esaltando lo sviluppo economico dei singoli paesi attraverso la modernizzazione agricola (utilizzo di mezzi di produzione tecnologicamente più avanzati, miglioramento della resa delle colture, ecc.) e l’industrializzazione (lavorazione delle materie prime locali, miglioramento dei prodotti, ecc.), supportato da aziende cinesi pubbliche e private. Secondo l’approccio trasmesso dal PCC, ogni singolo paese africano deve puntare a diventare interdipendente nel quadro della globalizzazione, ma cessare con la dipendenza dalle vecchie potenze coloniali (Gran Bretagna, Francia, Belgio, Portogallo, Germania) e dagli USA;

3. esaltando l’importanza di una solida direzione di partito in tutti gli ambiti della società tramite esempi tratti dal processo di autoriforma e disciplina interna del PCC, dal suo approccio a questioni internazionali e dai pregi del socialismo con caratteristiche cinesi. La trattazione di questo tema ha l’obiettivo di condividere l’esperienza del PCC con i partiti fondatori della Scuola, quindi promuovere l’azione e/o il miglioramento di strumenti di direzione politica, economica, sociale, culturale nei rispettivi paesi.

Maria P.