La Voce 74 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXV - luglio 2023

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

Sullo sviluppo tecnologico nell’epoca imperialista e l’Intelligenza Artificiale

Nella storia dell’umanità lo sviluppo di nuove tecnologie (dall’aratro al maglio, ma precedentemente già dall’addomesticamento del fuoco, alla scoperta della ruota, all’uso della leva, ecc.) è stato sempre legato direttamente al miglioramento delle condizioni di vita, nella lotta dell’umanità per strappare alla natura quanto necessario a vivere. Con l’avvento del capitalismo (vedi cap 1.1.2 del Manifesto Programma del (n)PCI), lo sviluppo tecnologico si è accelerato a dismisura e in pochi secoli sono state realizzate non solo antiche aspirazioni (come quella di volare) ma anche avanzamenti mai immaginati prima. Con le nuove tecnologie applicate al lavoro (telaio, tornio, motori a vapore, ecc.) in pochi decenni i capitalisti arrivarono a far produrre beni in quantità molte volte superiore a quella del passato e passarono dall’artigianato e dalla manifattura all’industria. Per favorire questa superiore produttività del lavoro, hanno sviluppato le infrastrutture civili e l’ingegneria delle infrastrutture civili e delle strutture produttive. Sono state fatte scoperte scientifiche che hanno permesso la cura di malattie fino ad allora a stento conosciute, progressi nella conoscenza dello spazio, nelle scienze matematiche e fisiche e in ogni altro ambito di ricerca.

Dall’avvento dell’epoca imperialista (fine 1800, vedi La fase imperialista della società borghese, VO 71 - luglio 2022 e, più in esteso, il Supplemento a VO 72 L’epoca imperialista è l’epoca della rivoluzione socialista e della decadenza della società borghese - dicembre 2022) e in particolare in vista di quella che fu la Prima guerra mondiale, la ricerca tecnologica che aveva i suoi principali centri negli USA, nel Regno Unito, in Francia e da ultimo in Germania, fece particolari progressi nella ricerca di tecnologie applicabili in campo militare. Non a caso, con la Prima guerra mondiale si passò all’utilizzo delle prime armi e mezzi militari che superassero il metodo della guerra corpo a corpo, per guerre che avrebbero coinvolto non più poche decine di migliaia di soldati ma centinaia di migliaia di militari e milioni di civili. Alcuni dei primi gas tossici, ad esempio, furono sperimentati dall’esercito britannico nella battaglia di Loos (1915) in cui il cloro, oggi largamente usato per la disinfezione delle acque potabili, venne usato per intossicare l’esercito tedesco. La stessa chemioterapia odierna ha origine in quella che fu la ricerca sull’iprite, conosciuta in ambito militare come “gas mostarda” e utilizzata per la prima volta nella battaglia di Ypres (1917). Studiando gli effetti di questo gas altamente lesivo per i tessuti e le cellule del corpo umano, negli anni ‘40 è stata iniziata la sperimentazione per curare le patologie tumorali.

Buona parte della tecnologia scoperta e sviluppata negli ultimi 150 anni ha avuto riscontri e risultati largamente positivi nell’applicazione civile (oggi la chiamano tecnologia dual use, “doppio uso” militare-civile), ma nell’epoca imperialista sono state per lo più l’industria militare e la corsa al riarmo a determinare e indirizzare la ricerca scientifica. Sia in campo industriale che nelle università pubbliche, le scoperte più importanti utilizzate poi in ambito civile sono state fatte nella ricerca con finalità militare, scoperte che sono state sperimentate per anni, in molti casi decenni, prima di verificarne l’applicazione civile. Nel secolo scorso prima con la preparazione allo scontro tra paesi imperialisti che ha portato alla Prima guerra mondiale, poi con il tentativo da parte dei paesi imperialisti di soffocare l’URSS (“uccidere il bambino finché è ancora nella culla”, sintetizzò Churchill) che ha portato alla Seconda guerra mondiale e, dopo la vittoria dell’URSS sulla Germania di Hitler, alla nascita della NATO nel 1949, l’ambito militare nei paesi imperialisti è stato foraggiato con ingenti finanziamenti statali. Al contrario, l’applicazione civile delle scoperte fatte in ambito militare, in particolare dagli anni ‘50 in poi, spesso comportava costi immediati e rientri economici lontani e quindi è stata scoraggiata o rallentata.

Possiamo fare alcuni esempi di scoperte e sperimentazioni attuate in ambito militare, poi utilizzate nel civile:

- il primo trattore a cingoli, brevettato nel 1904, è servito per la sperimentazione dei primi carri armati utilizzati già nella Prima guerra mondiale e che poi hanno avuto larga diffusione nella Seconda guerra mondiale. Solo nel 1932 il trattore cingolato ha cominciato a comparire in Europa attraverso la FIAT Trattori e soltanto negli anni ‘60 ha cominciato ad avere una diffusione di massa nelle campagne italiane, quindi con un beneficio diretto nelle condizioni di lavoro di contadini che per lo più lavoravano ancora a mano nel sistema della mezzadria;

- negli USA la NASA spedì l’uomo sulla luna nel 1969 usando un computer 486, già utilizzato per l’elaborazione di calcoli in ambito militare, che fu diffuso a livello di massa (a partire da aziende e uffici, poi per uso domestico) solo negli anni ‘90;

- la ricerca sul nucleare prima di essere applicata nella creazione di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica fu applicata nella costruzione della prima bomba atomica, utilizzata sulle città di Hiroshima e Nagasaki dagli USA (a guerra contro il Giappone praticamente già vinta).


In generale, con l’avvento dell’epoca imperialista e l’acuirsi della tendenza alla guerra, la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti e UE ha sviluppato in larga misura la ricerca scientifica in campo bellico per avere sistemi di sorveglianza e spionaggio sempre più sofisticati, armi e sistemi d’arma più efficienti, veloci e potenti, attrezzature sempre più avanzate per primeggiare innanzitutto nei confronti del blocco sovietico capitanato dall’URSS (1917-1991) e successivamente, dopo che lo scioglimento del Patto di Varsavia e del COMECON, il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS hanno lasciato mano libera agli USA e ai paesi NATO, per ricolonizzare l’Africa e l’Asia, per sottomettere più velocemente paesi e popoli che resistono al predominio della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti o addirittura si ribellano (Iran, Siria, Cina, Russia, Venezuela, Cuba, Libia, Palestina, Corea del Nord, Bielorussia, ecc.).


L’obiezione più corrente è che “se non ci fossero state le guerre, tante scoperte si sarebbero fatte solo più tardi o non si sarebbero ancora fatte”. Questa tesi molto diffusa è parzialmente vera. Dice una verità: la borghesia imperialista legittima finanziamenti scellerati per la ricerca militare. Utilizza la spesa pubblica per l’acquisto di armi, la militarizzazione dei territori, la sorveglianza di massa e per il controllo sociale oltre che per le operazioni di guerra in tutto il mondo. “Tutto grazie all’eccellenza della ricerca militare” si legge sulle maggiori riviste scientifiche che parlano di innovative scoperte applicabili anche in ambito civile. In realtà, è solo ed esclusivamente per alimentare la corsa al riarmo e la preparazione alla guerra che la borghesia imperialista promuove gran parte della ricerca scientifica, che viene lasciata indietro di decenni o sperimentata appunto in campo civile se e solo se gruppi o singoli capitalisti vedono la possibilità di ricavarne profitto.(1) Alcuni degli esempi in questo senso sono le applicazioni in campo medico della micro-meccanica, delle tecnologie laser, della robotica e dell’Intelligenza Artificiale. In ambito militare la loro applicazione è già in corso da 40 anni, mentre in ambito medico abbiamo ancora ospedali senza macchinari e tecnologie aggiornate: in molti reparti ospedalieri TAC ed ecografie sono degli anni ‘80.(2)


1. Per la prima volta nella storia del nostro paese, nel luglio 2021, in piena emergenza sanitaria, con una direttiva ministeriale (reperibile al link www.difesa.it/Documents/Direttiva_Ministro_Guerini2907.pdf) l’ex Ministro della Difesa Lorenzo Guerini (PD), in ossequio alle indicazioni della NATO, indica l’ambito militare come strategico e tra i principali ambiti di investimento del denaro pubblico e definisce criteri, principi, obiettivi e metodi tramite i quali uniformare alle direttive NATO la ricerca e la produzione belliche italiane. Simile direttiva non è mai stata data nell’ambito della ricerca medica ad esempio, per lo più lasciata appannaggio dei singoli atenei o centri privati di ricerca che lavorano su specifici progetti, indipendenti da una progettualità comune. In questa direttiva è previsto, inoltre, una “semplificazione delle procedure autorizzative e di controllo sulle esportazioni (…) e sull’interscambio con paesi alleati e partner” legate alla legge 185/90, quella che vieta la vendita di armi prodotte o transitate in Italia a paesi belligeranti.


2. Negli ultimi vent’anni la spesa militare italiana è aumentata esponenzialmente: nel 2022 il governo ha speso 27 miliardi di euro e l’obiettivo è arrivare a circa 40 miliardi entro il 2024 (il 2% del PIL come da parametri NATO). Nella sanità, tra il 2010 e il 2019 secondo l’osservatorio Mil€x sono stati invece tagliati 37 miliardi di euro.


***

Ogni lavoratore, ogni giovane, donna e anziano delle masse popolari italiane e immigrate può contribuire alla rivoluzione socialista, che è l’opera più nobile a cui dedicarsi e dà un senso alla vita di ognuno: arruolarsi nel (n)PCI e costituire Comitati di Partito clandestini, partecipare al fronte delle forze popolari, formare organismi operai e popolari di azienda, territoriali e tematici, aiutare il (n)PCI e le organizzazioni operaie e popolari.

Non esitare, la rivoluzione socialista ha bisogno anche di te!

***


Oggi in ambito militare esistono tecnologie che se applicate in maniera adeguata in ambito civile migliorerebbero molto la vita delle masse popolari. Un esempio su tutti è l’utilizzo dei droni (ma lo stesso ragionamento potrebbe essere fatto per scoperte in ambito meccanico, della microtecnologia, ecc.), in gergo militare chiamati velivoli a controllo remoto (UAV, Unmanned Aerial Vehicle).

Il primo drone, velivolo senza pilota, risale agli inizi del 1900 e fu sperimentato esclusivamente in ambito militare (solo casualmente fu usato per riprese cinematografiche e altre attività civili). Negli anni ‘90-2000 le scoperte scientifiche sul controllo remoto e la miniaturizzazione hanno consentito l’uso di droni per creare vere e proprie armi da guerra altamente distruttive. Oggi i droni vengono utilizzati alla loro massima potenzialità solo in ambito militare, in particolare per lo spionaggio e il monitoraggio di intere regioni, per l’assassinio “mirato” attraverso l’uso di missili e razzi largamente sperimentato in Afghanistan e Iraq da parte dell’esercito USA. Solo negli ultimi 10 anni il loro utilizzo si è esteso (ma in modo ancora molto limitato) in campo civile ad esempio per quanto riguarda la cinematografia, il monitoraggio dei parchi naturali o la diffusione di pesticidi e fertilizzanti in agricoltura ma se ne potrebbe potenziare ancora l’utilizzo in senso positivo per le masse popolari. Ad esempio oggi, nel nostro paese, in estate è diffusa la piaga degli incendi boschivi, che invece tramite un sistema adeguato di monitoraggio con droni, combinato al lavoro di pulizia e mantenimento dei boschi, potremmo prevenire ed evitare; così come potremmo utilizzare droni per il controllo dei ghiacciai e del livello dei fiumi, per il monitoraggio della flora e della fauna: tutte attività utili a prevenire e intervenire sulle problematiche create dall’impatto delle attività umane sull’ambiente.


Un discorso più ampio va fatto a proposito dell’Intelligenza Artificiale (IA). La ricerca in proposito si è molto estesa negli ultimi decenni. L’IA è una disciplina che realizza sistemi informatici in grado di imitare la procedura del pensiero umano e di andare oltre la sua diretta capacità nella soluzione dei problemi che l’uomo si pone.

La ricerca sull’IA esiste da quasi cento anni, ossia da quando l’uomo ha iniziato a costruire calcolatori utili a risolvere rapidamente problemi matematici che a una singola persona avrebbero richiesto ore, se non giorni, mesi o anni, a partire dalla soluzione di piccoli problemi algebrici fino all’elaborazione di algoritmi.(3)


3. Algoritmo è uno dei tanti termini nuovi (neologismi) o rari usati attualmente in lungo e in largo per confondere le acque. Indica semplicemente un procedimento per risolvere un problema aritmetico o algebrico. Deriva dal nome del matematico arabo al-Huwärizmi che nel secolo IX reintrodusse tra gli intellettuali europei lo studio della matematica.


Le scoperte della ricerca scientifica sull’IA ha portato ad applicazioni ad uso civile (Alexa di Amazon è una applicazione della IA con cui interagire per alcune funzioni domestiche; i traduttori automatici sono applicazioni di IA così come i sistemi GPS che calcolano i percorsi più veloci, reti neurali artificiali complesse sono impiegate per la diagnosi di alcune malattie, ecc.) e militare (sistemi di controllo e videosorveglianza automatici come il riconoscimento facciale, sistemi di controllo remoto automatici di satelliti, sistemi di puntamento e direzionamento missilistico auto-guidati: lo stesso “pilota automatico” è stato dapprima sperimentato in ambito militare e poi civile) tanto che oggi molte società militari puntano a brevettare sistemi di videosorveglianza integrati, robot in grado di fare da “piantone” e sorveglianza e molto altro. Inoltre lo sviluppo della IA sta via via trasferendo al campo dell’informatica e della digitalizzazione tutta una serie di lavori intellettuali che attenevano al lavoro umano e alla sua intelligenza: dai call center automatici, alla scrittura e alla stampa (nel 2017 il Washington Post ha dichiarato di aver pubblicato oltre 850 articoli prodotti con l’IA, a conferma della degenerazione della stampa e del sistema di informazione, che rientra nell’abbrutimento e nella manipolazione delle idee e dei sentimenti delle masse popolari), alla progettazione urbanistica. Tutto questo creando una quantità crescente di esubero di forza lavoro nei campi del lavoro intellettuale che viene riversata solo in minima parte in altri ambiti in cui l’IA non può essere applicata, come per esempio il turismo.

Questo ramo della ricerca scientifica e della sua applicazione ha portato a scoperte inimmaginabili fino a poco tempo fa, al punto da suscitare tra gli intellettuali della classe dominante grandi discussioni sull’eticità di questo tipo di ricerca: è giusto o meno che una macchina si sostituisca all’uomo nella soluzione di tutti i problemi che un individuo incontra nella vita?

Il punto centrale del nostro ragionamento non è se l’IA o in generale lo sviluppo tecnologico sono principalmente positivi o principalmente negativi per l’umanità. Questo tipo di ragionamento elude la questione principale: padroneggiare questo campo e usarlo nell’interesse delle masse popolari oppure ridurre il proprio lavoro mentale e affidarsi all’IA? Queste sono le due linee che si contrappongono. Ma la scienza è al servizio della classe dominante e persegue gli scopi che la classe dominante si prefigge. Finché la classe operaia e il resto delle masse popolari non si impadroniscono del potere politico ed economico nella società, cioè finché non instaureranno il socialismo e quindi anzitutto la dittatura del proletariato attraverso la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata diretta dal partito comunista, lo sviluppo della tecnologia sarà in mano ai capitalisti. Essi utilizzeranno le scoperte ai propri fini, che siano il controllo sociale, la guerra, lo sfruttamento o altro. Solo in minima parte queste avranno ricadute positive per le masse popolari, e solo per coloro che, disponendo di denaro, si possono permettere l’accesso ai benefici di queste scoperte (ad es. in ambito sanitario).

In definitiva, solo con l’instaurazione del socialismo potremo, razionalmente e in maniera pianificata, dirigere la ricerca scientifica al fine di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, estendere i benefici delle scoperte liberandoli dalla sottomissione al profitto dei padroni, garantirli alla massa della popolazione che inoltre parteciperà in misura crescente alla ricerca stessa. Solo nella società socialista, fino all’estinzione definitiva della divisione dell’umanità in classi sociali diretta dalla classe operaia e dalle organizzazioni popolari, l’IA e in generale lo sviluppo tecnologico potranno essere sottomessi ad un’etica che non si basa sulla ricerca del profitto, ma sul benessere collettivo e sulla crescita intellettuale e morale della massa della popolazione. La base di questo corso delle cose è la proprietà pubblica delle forze produttive e la gestione pianificata dell’attività economica instaurate dalla rivoluzione socialista.

Alberto F.