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La Voce 45 del (nuovo)Partito comunista italiano
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7 novembre - 96° anniversario della
Rivoluzione
d’Ottobre
Riprendiamo e completiamo l’opera della prima ondata della
rivoluzione proletaria iniziata con la vittoria dell’insurrezione di Pietroburgo
e l’instaurazione del governo sovietico diretto da Lenin!
Facciamo nostri gli insegnamenti di Lenin e di Stalin!
Il 7 novembre di 96 anni fa gli operai armati di
Pietroburgo (la Guardia Rossa) insieme a reparti dell’esercito e della marina
schierati dalla parte della rivoluzione diedero l’assalto alla sede del Governo
borghese, sopraffecero la guarnigione e fecero prigionieri i membri del governo.
Nello stesso giorno occuparono tutte le più importanti istituzioni pubbliche
della capitale e il nuovo governo presieduto da Lenin proclamò di assumere il
potere in tutto il paese. Nel giro di pochi giorni in tutte le grandi città
della Russia europea si installarono autorità fedeli al nuovo governo.
L’insurrezione armata di Pietroburgo aveva vinto il primo scontro. La
rivoluzione russa entrava nella fase dell’offensiva strategica contro le forze
della reazione aiutate e sostenute da tutte le potenze imperialiste del mondo.
Da allora, sotto la direzione del Partito comunista con alla testa prima Lenin e
poi Stalin, l’Unione Sovietica fu fino al 1956 la base rossa della rivoluzione
proletaria mondiale e diede a tutti i popoli oppressi e alle classi sfruttate
del mondo la dimostrazione che con il movimento comunista cosciente e
organizzato le masse popolari sono capaci di vincere i loro oppressori per
quanto potenti e feroci essi siano e che senza i capitalisti possono compiere
grandi progressi nel porre fine alla miseria e all’arretratezza e andare oltre i
livelli di civiltà finora raggiunti dall’umanità.
La rivoluzione russa è ancora oggi un esempio luminoso e
una grande fonte di insegnamenti per tutti quelli che vogliono farla finita con
il marasma generato dalla nuova crisi generale del capitalismo. La rivoluzione
socialista ha forme legate alle caratteristiche ereditate dal passato che
variano da paese a paese, ma ha anche tratti comuni ben illustrati nella lotta
di classe che ha portato alla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre. Da questa
esperienza noi comunisti dobbiamo imparare e molto abbiamo imparato per risalire
la china dopo che l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria
aveva portato al disfacimento del movimento comunista cosciente e organizzato.
Sia per individuare i limiti che hanno impedito al movimento comunista di
instaurare il socialismo nei paesi imperialisti sia nel tracciare le linee per
la rinascita, molto ci ha insegnato l’esperienza della rivoluzione in Russia e
in particolare le teorie elaborate da Lenin e da Stalin ristudiate alla luce
della sconfitta subita e dei compiti della nostra epoca.
Per questo in tutto il mondo la borghesia imperialista, il
clero e le altre classi sfruttatrici denigrano in ogni modo l’esperienza
dell’Unione Sovietica, Lenin e in particolare Stalin. L’antistalinismo è
diventato il luogo comune della propaganda anticomunista, la cartina di
tornasole per individuare quelli che sono ideologicamente succubi della
borghesia e del clero. Le condizioni in cui oggi l’umanità si dibatte sono la
prova pratica che le concezioni sostenute e le vie praticate dai denigratori di
Lenin e di Stalin sono deleterie. Noi comunisti abbiamo imparato e dobbiamo
insegnare a valutare ogni persona dai risultati che la sua opera ha prodotto per
le classi sfruttate e i popoli oppressi, non dalle vanterie dei suoi ammiratori
né dalle denigrazioni dei portavoce delle classi dominanti. L’accanimento di
queste contro Lenin, contro Stalin e contro Mao è una buona lettera di
presentazione per i loro insegnamenti.
Questo vale per definire l’orientamento con cui deve
avvicinarsi all’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre e dell’Unione Sovietica
chiunque vuole imparare a condurre vittoriosamente oggi la lotta per farla
finita con l’attuale corso delle cose.