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Comitati di Partito
Comitato di Partito “Stalingrado” - La via
d'uscita dalla crisi
(novembre
2008)
Di fronte alla
crisi che sta
devastando il sistema economico a partire dagli USA e quindi nel mondo
intero,
noi diciamo che ne usciremo in condizioni migliori di quelle che
abbiamo
sperimentato anche nei tempi migliori, in condizioni nuove per
l'umanità.
Proprio perché saranno così nuove, il tempo presente si
appresta a sconvolgere
il sistema e a travolgere tutto e tutti quelli che sono ancorati al
vecchio.
Il vecchio
è il sistema
capitalista. Fonda la sua esistenza e il suo sviluppo sul profitto
degli
individui: se individui come i grandi capitalisti, banchieri,
industriali,
speculatori non guadagnano abbastanza, tutto il sistema si ferma. Le
masse
popolari di tutto il mondo vengono fatte morire a centinaia di milioni,
in
guerre devastanti e in campi di sterminio, come è accaduto nel
secolo scorso.
La ragione della
crisi è
semplice da capire. Abbiamo raggiunto una capacità di produrre
ricchezza in
grado di rispondere alla massima parte dei problemi dell'umanità
e di aprire
prospettive di miglioramento inimmaginabili. Questa ricchezza
però, data la
natura del sistema capitalista, va a finire in mano di una cerchia
sempre più ristretta
di individui, che ovviamente non riescono a consumarla e nemmeno a
reimpiegarla
per trarne ricchezza ancora maggiore, come la legge del capitale vuole.
Questi individui
fanno parte
della classe che si chiama borghesia imperialista.
Questi
individui, piuttosto che
distribuire la ricchezza sovrabbondante come sarebbe logico e giusto,
preferiscono vada distrutta: è distruzione di denaro, di
fabbriche e apparati
produttivi in genere, di vite umane, di risorse materiali e spirituali
in
genere, dell'ambiente naturale.
Il capitalismo
oggi si toglie
il "volto umano" e mostra il suo volto vero. Porta alla stragrande
maggioranza dell'umanità miseria, barbarie e guerra, condizioni
tanto più
assurde dato che abbiamo ormai un sistema produttivo capace di generare
ricchezza
per tutti con impiego di lavoro minimo.
Ma come è
possibile che si vada
in mise
ria
per troppa ricchezza? Perché le masse
popolari non si ribellano?
Moltissimi
dicono che la masse
non si ribellano perché si lasciano ingannare dalla propaganda
della borghesia
imperialista (dalle televisioni di Berlusconi, ad esempio). Molti altri
dicono
che le masse hanno paura di ribellarsi, paura della polizia e degli
eserciti
che stanno a servizio degli interessi dei più potenti.
In realtà
le masse non si
ribellano perché hanno ancora troppa poca fiducia in se stesse,
cioè nella loro
capacità di conquistare il mondo e trasformarlo, anche se hanno
già dimostrato
di saperlo fare, creando i primi paesi socialisti che arrivarono a
comprendere
quasi un terzo della popolazione mondiale.
Gli elementi
più avanzati delle
masse popolari e, tra di loro, gli elementi più avanzati della
classe operaia,
stanno sempre di più perdendo fiducia nella filosofia che il
vecchio PCI ha
propagandato dal 1956, secondo cui per cambiare il mondo non serviva la
rivoluzione ma bastava la lotta pacifica; che il capitalismo si poteva
controllare; che, come diceva Togliatti, non ci sarebbero state
più guerre né
crisi. In essi, tuttavia, anziché la consapevolezza che possiamo
cambiare il
mondo, piegare e sconfiggere la borghesia imperialista, riprendere la
via
maestra del socialismo, predominano ancora la confusione, la sfiducia,
il
pessimismo, il dubbio, lo scetticismo, l'esitazione.
Che sia
così, è naturale, dopo
tanti decenni durante i quali siamo vissuti nelle illusioni sparse da
destra e
da sinistra su questo che sembrava essere l'unico mondo possibile e
assediati
dalle denigrazioni del comunismo: non era stato che un'illusione o una
tirannia
crudele.
La borghesia,
fino all'altro
ieri, ha detto dei comunisti tutto il male possibile senza vergognarsi
di
mentire e di negare anche l'evidenza. Noi chiediamo: "Quando c'erano i
comunisti, ci risulta che le cose andassero peggio? Anche quando il PCI
non era
più quello di Gramsci, quello che vinse la guerra di Resistenza,
quello che
faceva parte del movimento comunista che estese la sua influenza fino a
dirigere quasi un terzo della popolazione mondiale in pochi decenni,
anche
quando i comunisti erano quelli, da Togliatti a Occhetto, che mandarono
in rovina
il PCI, ci risulta che le cose andassero peggio?".
Il comunismo
è il futuro
dell'umanità. Senza di esso l'umanità non ha futuro.
Realizza un sogno antico
dell'umanità, come disse Marx, un sogno di riscatto che
l'umanità coltiva da
prima che nascessero le religioni. È logico prevedere che si
realizzerà e che
quindi i comunisti vinceranno nelle loro imprese, piccole o grandi che
siano.
Questa crisi che si presenta come un incubo di portata mondiale di
fronte al
quale i più grandi politici ed economisti borghesi non sanno
esprimere altro
che discorsi senza senso, per la storia del movimento comunista
è un episodio.
In Italia, nel
2004, è stato
costituito il (nuovo) Partito Comunista Italiano, come atto conclusivo
di una
analisi che prevedeva quello che oggi sta succedendo e come atto
iniziale di un
processo rivoluzionario che farà dell'Italia un nuovo paese
socialista, dove
tutte le principali attività produttive saranno svolte per il
benessere del
popolo, e non per il profitto di individui che in Italia sono nel clero
vaticano, nelle banche, nella speculazione, nella mafia, nella politica
corrotta. Questo processo rivoluzionario è un'impresa nuova, di
importanza
storica eccezionale. Parteciparvi in una qualsiasi misura è una
opportunità per
mettere da parte dubbi, esitazioni, scetticismi. Serve a riprendere il
filo
della nostra tradizione migliore. È una garanzia per i nostri
figli. Semplifica
la nostra vita. Puoi cogliere questa opportunità.