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(nuovo)PCI

 

19 aprile 2017

 

Ai lavoratori della RATIONAL di Massa

 

A nome del Comitato Centrale del (nuovo) Partito comunista italiano esprimo la più completa solidarietà con la lotta che dal 10 marzo state facendo per difendere il vostro posto di lavoro. Aggiungo la gratitudine per il contributo che con questa lotta state dando a tutti i lavoratori e a tutte le masse popolari che sono colpite in mille forme dalle misure dei padroni, del loro governo e delle altre istituzioni del loro regime e che sono sempre più insofferenti del catastrofico corso delle cose che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti impongono nel nostro paese e in tutto il mondo.

Voi state dimostrando che se si organizzano e resistono, anche i lavoratori di una piccola azienda capitalista come la Rational mobilitano molte forze, raccolgono molta solidarietà da parte degli altri lavoratori e danno filo da torcere ai padroni e al loro governo. State costringendo perfino sindacati, partiti e istituzioni padronali a mostrare sollecitudine per voi, perché hanno paura che facciate scuola alle migliaia di lavoratori che sono in situazioni come la vostra. È inaudito e inaccettabile che i capitalisti si reclamino dei loro diritti di proprietà per chiudere aziende che producono cose utili, cose di cui c’è bisogno. Il loro diritto di proprietà è un insulto ai diritti vostri e di tutti i lavoratori. È inaccettabile che istituzioni e governi che appoggiano simili pretese assurde e d’altri tempi, continuino a governare il nostro paese. È uno dei tanti residui delle barbarie del passato che dobbiamo cancellare dalla faccia della terra. E li cancelleremo, perché l’umanità oggi ha la forza di farlo e sempre più ha anche la coscienza del suo buon diritto di farlo. I primi paesi socialisti, con in prima fila l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin e la Repubblica Popolare Cinese di Mao Tse-tung, hanno mostrato su grande scala e per alcuni decenni che i lavoratori sono capaci di organizzarsi e costruire una società senza padroni. Anche se il primo “assalto al cielo” scatenato cento anni fa dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e dalla creazione dell’Unione Sovietica alla lunga è stato sconfitto dalle forze della reazione padronale e clericale, proprio le pretese criminali dei capitalisti di cui voi in questi giorni siete bersaglio confermano che quella è la strada giusta da prendere: quindi i lavoratori la riprenderanno. E noi comunisti questa volta faremo tesoro anche delle lezioni delle sconfitte del passato, oltre a fare tesoro delle lezioni delle nostre grandi vittorie: tra pochi giorni celebreremo il 25 aprile, l’anniversario della vittoria della Resistenza, della vittoria dei nostri Partigiani sui nazisti e i fascisti.

Con questo messaggio lancio contemporaneamente a nome del (nuovo) PCI un appello a tutti i lavoratori e a tutti gli uomini di buon senso e di buona volontà perché siano solidali con la vostra lotta. La solidarietà dei lavoratori è una forza e i padroni ne hanno paura. Ma voi non fermatevi. Non solo dovete e potete vincere grazie alla solidarietà che sempre più raccoglierete se resistete, ma una volta che avrete vinto, non fermatevi: continuate, rafforzate ed estendete le relazioni che avete stabilito nel corso della lotta. Ricordatevi degli altri lavoratori: finché non vinciamo tutti, ogni vittoria è precaria. La lotta è tra lavoratori e capitalisti. Finché i capitalisti pretendono di essere padroni delle aziende dove lavoriamo, la vita dei lavoratori è precaria, è sospesa agli affari e ai capricci del capitalisti: nessuna vittoria è definitiva finché loro comandano. I capitalisti non hanno riguardi: non dobbiamo averne con loro. Abolire la proprietà privata delle aziende è l’inizio della civiltà del futuro, è una condizione indispensabile di ogni civiltà futura. Il mondo  va male, miseria e guerra sono dappertutto, perché i capitalisti pretendono di usare le aziende per fare profitti, per arricchirsi: questa è la malattia che oggi corrode e mina tutto il mondo. Le aziende devono servire agli uomini a produrre quello che occorre. Bisogna instaurare un’economia pubblica, al servizio di tutti, come pubblici devono essere la scuola, l’assistenza sanitaria, la tutela dell’ordine, del territorio e dell’ambiente, la viabilità, i trasporti e gli altri servizi: questa è la premessa perché l’umanità possa riprendere una vita di progresso, perché a ogni individuo sia assicurato il libero sviluppo delle sue migliori doti, perché la scienza sia messa al servizio della vita. Questo è quello che noi chiamiamo comunismo. La lotta che state conducendo vi chiama e vi insegna a contribuire a questa comune battaglia che è la battaglia iniziata da Marx ed Engels nel lontano 1848 con il Manifesto del partito comunista. È la battaglia per cui il nostro Antonio Gramsci ha dato la sua vita, come la diedero tanti comunisti e tanti Partigiani. È la lotta con cui i lavoratori e i popoli oppressi di tutto il mondo strapparono tante conquiste di civiltà e di benessere, quelle che da alcuni decenni, da quando a causa dei nostri limiti e dei nostri errori la prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita, i padroni stanno togliendoci. Ma proprio da qui si vede che i padroni cercano solo di ristabilire i rapporti del passato in un mondo che è cambiato: il loro sistema non ha futuro.

Vincerete e vinceremo! Uniti nessuno ci può vincere! Che il prossimo 1° Maggio sia anche la festa della vostra vittoria!

I padroni non possono vivere senza operai, gli operai vivranno meglio senza padroni!

 

Il compagno Ulisse, segretario generale del (nuovo) PCI.